Missione 8

1 - Cena Beirut senza luce
Cena Beirut senza luce

La missione di marzo è stata molto condizionata dalla normativa Covid in vigore in Italia, che obbligava a 10 giorni di quarantena al rientro per chiunque arrivasse dall’estero. Benché ormai fossimo tutti vaccinati, solo in quattro medici accettano di partire.

Come sempre accade le regole poi cambiano subito a ridosso della partenza, ma ormai è troppo tardi per completare la squadra. Dunque siamo in 4 medici alla partenza: un internista, un ginecologo, un patologo di laboratorio, un dermatologo.

Il LEIT-MOTIF di questa missione sarà  il FREDDO e la NEVE che ci accompagneranno OVUNQUE e fino alla fine !!

Prima tappa DEIR EL AHMAR

La prima tappa è a DEIR EL AHMAR, distretto di Baalbek, in Bekaa. Soggiorniamo in una clinica superaccessoriata, gestita da Maroniti, per 3 notti. Visitiamo negli ambulatori 185 persone provenienti dai villaggi vicini, di ogni etnia o religione; in prevalenza però si presentano libanesi che necessitano più di farmaci che di consulenze.

La carenza di farmaci è un problema che ci affliggerà sempre.

Campo profughi di EL FAUR

La seconda tappa è nel campo profughi di EL FAUR. Una giornata caratterizzata da pioggia, pozzanghere, freddo. Al rientro si rompe il bus e, in attesa della riparazione e del ricambio, siamo 3 ore nel gelo scoprendo, ahimè, un riscaldamento non funzionante.

 

Di questo giorno due sono le cose salienti:

  • l’osservazione di un cambio di passo dopo il Covid che ci porta per la prima volta a visitare anche i libanesi nei campi, segno del grave impoverimento del Libano;
  • l’incontro con Osman. Osman è un bimbo siriano di 9 anni, nato dismorfico e affetto da gravi e multiple patologie. La madre riferisce di aver subito bombardamenti con i gas quando era in gravidanza. Il piccolo si presenta con labbro leporino e palatoschisi, andatura anserina (cioè dondolante, simile a quella dell’oca) a causa di una voluminosa gobba sul dorso. È bullizzato e deriso da tutti i bimbi dell’insediamento. Ci colpisce la sua tristezza e il suo volto amimico, e ci ripromettiamo di far qualcosa per un suo trasferimento in Italia, dove lo attenderà un lungo percorso terapeutico. La sera stessa facciamo partire un report di segnalazione per i corridoi umanitari di S. Egidio.

A TAANAYEL

A TAANAYEL, terza tappa della missione, tutto sembra essere cambiato dopo il Covid. Il monastero questa volta ci appare freddo e gelido, nelle mura e nei cuori di chi incontriamo. Aspettavamo un po’ di calore dopo una giornata trascorsa nel campo di El Faur sotto la pioggia battente e dopo l’umido e il freddo delle ore trascorse in pullman… mentre troviamo letti da rifare e camere gelate. Diamo fondo ad una bottiglia di whisky, che finiamo, nel tentativo di riscaldarci un po’. Anche il povero Mansour, che incontriamo casualmente il giorno dopo, non è più lo stesso da quando gli è morta la moglie e ha lasciato il lavoro al monastero dopo più di 50 anni di servizio.

IMPARIAMO CHE IL VISSUTO E IL RICORDO CHE RIPORTIAMO DEI LUOGHI È LEGATO ALL’ENERGIA DELLE PERSONE CHE VI ABBIAMO INCONTRATO.

ZAHLE

A ZAHLE questa volta , non potendo raggiungere il monastero di padre Elia a causa della persistente nevicata, visitiamo in una casa-famiglia che si occupa del recupero di ex drogati e carcerati. Il padre MARWAN, un maronita maestro di musica che l’ha fondata e la dirige, ci mostra un esempio di paternità universale. Fuori c’è neve ma ciò nonostante noi facciamo più di 100 visite. Tanti si muovono da casa e vengono a chiedere le medicine.

 

TRIPOLI

Domenica e lunedì ci spostiamo al nord e visitiamo a TRIPOLI, nel centro islamico di AL BASHIR. In questo luogo facciamo 163 visite, esclusivamente su popolazione musulmana sunnita.

 

Al confine con la Siria

Ultimo trasferimento da Tripoli alla Regione dell’AKKAR, ancora più a nord, al confine con la Siria. Qui collaboriamo con la Croce Rossa libanese, sotto la guida del responsabile regionale Elias. Lavoriamo tre giorni, sempre in posti diversi, sempre con clima nevoso gelido o piovoso freddo.

17 - Konstantin, lista farmaci

Ultimo trasferimento da Tripoli alla Regione dell’AKKAR, ancora più a nord, al confine con la Siria. Qui collaboriamo con la Croce Rossa libanese, sotto la guida del responsabile regionale Elias. Lavoriamo tre giorni, sempre in posti diversi, sempre con clima nevoso gelido o piovoso freddo.

KOBAYAT, MENJEZ, ANDIKT, tutti luoghi ove prepotente EMERGE LA RICHIESTA DEI FARMACI, che spinge le persone a muoversi di casa benché il clima sia avverso… Le persone si avventurano con una lista di farmaci per loro impossibili da reperire (alcuni mancanti sul territorio, altri irraggiungibili per il costo dopo la svalutazione).

Nel nostro gruppo si palpa la frustrazione quando non riusciamo a dare risposta alle numerose richieste, e questo mina l’umore e la armonia che dovrebbe esserci.

RIENTRIAMO A ROMA SPARPAGLIATI E DELUSI…nonostante le 861 VISITE praticate !

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